Soldati del 1956

Dal fortilizio ideale dove ha preso dimora, un uomo solo, il Comandante, conduce una terribile guerra di posizione contro il mondo esterno. Le passioni di questo condottiero interiore diventano vite parallele, soldati dell'armata fantastica che egli governa. Uno scriba fedele narra con classico distacco, fino al limite estremo, l'educazione sentimentale di un eroe senza utopie nella Roma dei nostri anni. "Alza il ponte levatoio e lo tira verso di sé con rumore di ferraglia. Fra guglie e pennoni, scruta nel binocolo a raggi infrarossi chi arriva da lontano, il fucile appoggiato sullo stipite in caso di necessità. I rumori degli stendipanni sui balconi, le grida dei bambini, il parlottare dei grandi sono colpi violenti portati contro l'individualismo. Chiude le saracinesche e, asserragliato nel bunker, resta fedele alla propria natura, malgrado gli risulti preclusa la conoscenza del suo fondamento. Stanotte diventerà un lupo dalle gengive accese. Sarebbe capace di conquistare da solo postazioni minate, arrampicandosi su per le balze avversarie con il pugnale fra i denti, ma il desiderio spasmodico della normalità lo paralizza. Spero non si abbatta troppo. Tornerà una donna, prima o poi, e insieme a lei, il vecchio gioco."

 
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