Bandiera Bianca

Al centro di questo romanzo è la figura di uno strano ribelle, giunto alla soglia dei quarant'anni. Le sue manie di grandezza e l'insopprimibile disgusto per la realtà quotidiana l'hanno portato a dare in escandescenze contro l'atrofizzato conformismo della maggioranza. Nella casa di cura dove viene tenuto in osservazione da un direttore destinato a compiere il cammino inverso al suo, egli paradossalmente scopre, fra interrogatori sfibranti, amori platonici e passionali, strampalate partite di calcio e amicizie profonde, la radice della propria umanità. In quello stesso momento, si accorge di essere uguale agli altri. Alcuni in- dividui mostruosi, trasformati in persone comuni, diventano i sorprendenti protagonisti di tale trasformazione. Sarà infatti a Villa Felice che, dopo aver guidato una terribile rivolta contro amministratori corrotti e psichiatri troppo curiosi, questo aristocratico dello spirito, al ritorno dall'inutile fuga nel quartiere dove nacque, alzerà bandiera bianca uscendo per sempre, a differenza dell'irriducibile compagno d'evasione, dal mondo ideale e perfetto che aveva governato la sua giovinezza. Eraldo Affinati, nel ricostruire l'educazione alla difficile normalità di un personaggio lucidamente ossessivo, lascia filtrare un giudizio aspro e risentito nei confronti della società italiana contemporanea, sullo sfondo di luoghi storico-geografici di riconoscibile evidenza realistica. Tuttavia, a libro chiuso, scopriremo che il senso più sottile della crescita spirituale che lo scrittore ci addita, tralasciando ogni rifiuto precostituito, s'identifica proprio nella partecipazione, comunque sia, all'umana avventura, dalla cui cieca coralità nessuno può dirsi escluso.

 
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